
Le stelle sono le prime mappe, le più precise. Ti dicono sempre dove sei, meglio di una bussol; Dopotutto vedono il mondo dall’alto.
“La ragazza di stelle e inchiostro”, scritto dalla giovane poetessa e scrittrice americana Kiran Millwood Hargrave, non è facilmente catalogabile. È certamente un fantasy, ma è anche un romanzo di avventura.
Per essere rivolto a un pubblico di giovani lettori, questo è un libro discutibile in quanto si basa su un’atmosfera a tinte cupe e tetre che tiene in ostaggio il lettore per tutta la vicenda.
Tutto è ambientato sull’isola di Joya, un tempo un’isola galleggiante, adesso purtroppo ancorata alla terra e governata da un uomo avido e crudele. Il governatore Adori, ha impedito agli abitanti dell’isola di viaggiare, esplorare le zone sconosciute dell’isola e ha vietato anche di toccare il mare. Inoltre ha imposto diverse regole e imposto un coprifuoco da rispettare.
Isabella, figlia di un bravissimo cartografo, soffre per queste dure regole. Il suo più grande desiderio è esplorare la sua isola e riempire, finalmente, le zone vuote sulla mappa di Joya tramandata dalla sua famiglia.
Isabella è amica della figlia del governatore e l’accuserà di aver causato la morte di una bambina che aveva mandato nella foresta. Da qui inizierà la parte più calda del romanzo!
Lupe, figlia del governatore e sua migliore amica, decide così di partire per i territori inesplorati dopo un litigio per andare in cerca di quella bambina dispersa
Il governatore vedendo che la figlia è scomparsa decide di fare una spedizione e Isabella si traveste e viene arruolata in quanto esperta di cartografia
Lei è l’unica che può guidare gli scagnozzi del despota nei territori sconosciuti oltre i confini
Tutte le cose hanno un ciclo, Isabella, la tendenza a tornare da dove sono venute. Le stagioni, l’acqua, la vita, forse persino gli alberi. Non sempre si ha bisogno di una mappa per trovare la strada del ritorno. Anche se spesso aiuta.
Non ho amato questa lettura per diversi motivi. Non sono riuscita ad immedesimarmi nella protagonista, nelle scelte fatte e poi non ho amato l’andamento dei fatti poiché alcuni elementi sembrano introdotti alla cieca, senza una logica.
Non vi è stata accortezza nel dare i nomi ai personaggi, ma identificando i personaggi con i loro ruoli, c’era “Pà” e “Mà” che spesso Isabella richiamava con i loro insegnamenti.
Inoltre non si riesce a dare una collocazione cronologica precisa degli eventi all’interno della nostra Storia, se del nostro mondo si sta parlando.
Lo stile della scrittrice è abbastanza fluido, ma a tratti rallenta la lettura.
Le idee sono buone, ma non sono state sviluppate abbastanza e le espone con uno stile non adeguato. È comunque una piacevole lettura, ma poteva dare di più.
Mi chiamo Flavia Di Franco, nata nel 1985 in Calabria, ma da qualche anno trasferita in Francia, dove ho deciso di condividere le mie passioni con tutti voi attraverso i social media. Da Luglio 2020 ho avviato una collaborazione con Life factory Magazine e con Case Editrici che mi supportano e forniscono materiale per condividerli con voi e aiutarvi in alcune scelte. Io credo nel potere dei social media e punto tutto su questo campo per esprimere le mie esperienze e darvi il supporto necessario.
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