Oggi parliamo di una donna giovane di viso, ma “antica” di anni che secondo un’ampia tradizione era una delle streghe più misteriose e crudeli, legata alla morte e all’avarizia che passò alla storia come Impusa della morte.
Mitologia greca
Impusa della Morte è probabilmente l’Empusa dei Greci e
i Toscani hanno sempre avuto rapporti con la Grecia. Nella mitologia greca infatti queste figure sono considerate come dei mostri soprannaturali femminili, appartenenti alla cerchia di Ecate. Queste erano le sue ancelle, ed avevano l’abitudine di terrorizzare i viaggiatori.
Talvolta le Empusa come anche le Lamie annunciavano l’arrivo di Ecate o lo rappresentavano con il loro palesarsi.

Esse spaventavano o addirittura divoravano coloro che percorrevano i loro stessi sentieri. Le Empuse potevano assumere qualsiasi forma: le più ricorrenti erano quelle di cagna, di equini o di vacca. Per attirare le proprie vittime, potevano mutare l’aspetto in quello di una donna debole o seducente e tanto altro ancora.
Sappiamo che i riferimenti equini stavano a sottolineare la caratteristica di una creatura lasciva e sensuale.
Inoltre assunto l’aspetto di belle fanciulle, queste si introducevano nelle case di giovani uomini e nell’atto di giacere con loro, assorbivano le loro energie vitali.
L’Impusa compariva improvvisamente, a volte portata da una carrozza trainata da cani latranti ed a volte era capace di continue metamorfosi per ammaliare le loro vittime.
Tra le tante sembianze che potevano assumere queste demonesse impudiche, tra le più conosciute troviamo anche quelle con natiche d’asino e fanciulle con sandali di bronzo.
Descrizione
La figura di Impusa che stiamo cercando di delineare è una strega terribile, avida e molto temuta. Ella appare spesso come mendicante errante a gli occhi della gente. Di lei si sa che era una strega così malvagia che causava tutto il male che poteva alle persone che le capitavano vicino. Inoltre era così avara che non avrebbe dato niente a nessuno nemmeno se glielo avessero chiesto.
La Leggenda

Questa vecchia strega possedeva un grande castello, ma non permetteva nemmeno ai suoi parenti più stretti di entrarvi, per timore che potessero portarle via qualcosa. Infine quando stava per morire nascose tutte le sue ricchezze. Appena fu morta il palazzo venne scosso da un fortissimo terremoto e si sentì uno scuotere di catene come se lì intorno vi fossero tutti i diavoli dell’inferno. La finestra si aprì e si vide volare via una cornacchia, che era sicuramente la sua anima, che andò all’inferno. Venne seppellita in quell’angolo della chiesa che viene tenuta per i non battezzati. Il palazzo rimase vuoto, nonostante si sapesse del grande tesoro che vi era seppellito in esso. Ed alcuni di coloro che entrarono, anche solo per curiosità, morirono di paura. Questa strega aveva un nipote a cui era attaccata e fu a lui che apparve una notte, dicendo:
“Nipotino, bel nipotino, per il bene che ti ho voluto levami da queste pene; perché non avrò bene fino a che tu non avrai scoperto il mio tesoro. Io sono la tua zia, la tua zia Infrusa; così mi chiamo, essendo sempre infrusa col mio danaro, ma se tu avrai tanto coraggio da scoprire il tesoro che ho nascosto io sarò felice e tu sarai ricco; ma ti raccomando che tu abbia coraggio e di non spaventarti, perché tutti quelli che son morti sono morti per la paura.”
Il nipote andò quindi a dormire nel palazzo; accese un bel fuoco e si rifornì di buon vino e buon cibo, quindi si sedette presso il fuoco a mangiare. Verso mezzanotte udì una voce ululare giù per il camino:
Butto?
Ed egli rispose:
Butta via!
E venne gettata giù prima la gamba di un uomo, poi un piede, un braccio, una mano e la testa e quindi tutte le parti di dodici uomini. E quando furono tutte giù si riunirono e formarono dodici uomini, che rimasero in piedi a guardarlo. Ma lui, calmo e tranquillo, chiese loro se volessero mangiare o bere. Ed essi risposero:
Vieni con noi!
Ma lui disse:
Ho mangiato e bevuto, non voglio andare via.
Allora essi se lo caricarono sulle spalle e lo trasportarono lontano fin dentro ad una cripta. Questi presero delle vanghe e gli dissero di sceglierne una e scavare.

Così scavarono tutti assieme ed infine giunsero al tesoro ed era molto grande. Quindi uno di loro gli disse:
Vai a letto, tu che sei il padrone del tesoro e di questo bel palazzo e di tutte queste ricchezze per il tuo gran coraggio; e la tua zia Infrusa starà in pace ma sarà sempre un folletto che verrà tutte le notti a vedere i suoi danari, essendo tanto egoista; ma tu ne sarai sempre il padrone.
Osservazioni finali
E’ possibile che questa sia, un’antica versione della storia. Va osservato, in questa come in altre storie del genere, che la strega Impusa viene liberata dalle sue sofferenze non appena viene sollevata dalla responsabilità del proprio tesoro. In altre narrazioni ella trova pace non appena passa il proprio potere di strega a qualcun altro ammettendo cosa era in realtà ed il suo scopo.
fonti
https://it.wikipedia.org/wiki/Empusa
- Streghe, esseri fatati e incantesimi nell’ italia del nord (Charles G. Leland)
Mi chiamo Flavia Di Franco, nata nel 1985 in Calabria, ma da qualche anno trasferita in Francia, dove ho deciso di condividere le mie passioni con tutti voi attraverso i social media. Da Luglio 2020 ho avviato una collaborazione con Life factory Magazine e con Case Editrici che mi supportano e forniscono materiale per condividerli con voi e aiutarvi in alcune scelte. Io credo nel potere dei social media e punto tutto su questo campo per esprimere le mie esperienze e darvi il supporto necessario.
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